Colpi d’aria (calda)

 

A Chiara non piace camminare, non le è mai piaciuto. Quando eravamo ragazze pensavo che amasse fare trekking e passeggiare.

Vent’anni dopo il nostro ultimo campeggio parrocchiale, mi ha raccontato che sperava sempre venisse a piovere il giorno del trekking. Vedi, quando pensi di conoscere le persone!

In effetti, quando siamo al Capannino la puoi trovare sempre in quella stanza: la cucina.

Non direi che sia un’ottima cuoca, ma si impegna molto, non c’è che dire! Non chiederle però di mettere le scarpe da montagna (ha quelle di quanto avevamo quattordici anni e la suola è ancora perfetta) o di fare una camminata, se le condizioni meteo non sono ottimali, avrà sempre troppo caldo o troppo freddo.

Durante i campi estivi la osservavo mentre camminava: sempre intenta a mettere e togliere la felpa, levare lo zaino dalle spalle per infilarci il kway e prendere una bandana, che poi metteva in testa o al collo, a seconda degli spifferi, poi il burro cacao e la crema solare. Non trovava pace e c’era sempre troppa aria sulla pancia!

Non è che sia cambiata molto.

Sabato scorso io e Carlo siamo andati a raccogliere le fragole di bosco lungo il sentiero che porta al lago della Ninfa. Il cielo era grigio e minacciava acqua. Un guizzo ginnico deve averla smossa quando ha deciso di venire con noi: maglia, felpa, guscio antivento e maglioncino allacciato davanti per scongiurare colpi di freddo all’addome.

“Ma non hai freddo?”

“Chi?”

“Tu, Vale, non hai freddo con solo quella felpina?”

“Sotto la maglia ho anche la canottiera! E poi mentre cammino mi scaldo.”

“C’è un freddo cane, io torno indietro.”

Non siamo riusciti a superare in sua compagnia lo stradello sterrato che porta sulla strada principale, un centinaio di metri in tutto. A pranzo, però, c’era una bella ciambella ancora tiepida!

Ricordate la serata della finale degli europei che caldo faceva? Se siete della Val Padana ricorderete anche il senso di appiccicoso sulla pelle. Beh, mentre io indossavo un litro di Autan, Chiara aveva con sé il maglione di cashmere. Sì, il maglione di cashmere, perché si trattava di assistere alla partita seduti in giardino, davanti a un grande schermo e lì basta un pizzico di vento perché la vestizione abbia inizio.

Ventotto gradi e il maglione di cashmere. Vedi, quando pensi di conoscere le persone.